Alessandra Casotto
Sono scout. Da sempre. Essere scout è uno stile di vita ed io ho avuto, ed ho, la fortuna di applicarlo nella mia vita quotidiana, familiare e professionale.
Lo scautismo mi ha insegnato la cooperazione e la condivisione, a lavorare in squadra; ha abbracciato la mia creatività e permesso di svilupparla in ogni forma: caratteriale, fisica, manuale, espressiva, di servizio al prossimo. Rispettare una promessa, la non violenza, il sostegno alla marginalità, alla diversità sono valori che fanno parte della mia esperienza: non so fare finta di niente, non so lasciar perdere; le ingiustizie mi fanno soffrire e anche arrabbiare. Cerco la correttezza, la trasparenza, di "lasciare questo mondo un po’ migliore di come l'ho trovato" (Robert Baden-Powell).
Sono cresciuta convinta che la mia strada sarebbe stata quella dell'insegnamento e della cura verso i bambini e così, passione e dedizione accompagnano diciannove miei lunghi anni da insegnante di scuola dell'infanzia.
In questo tempo sono diventata io stessa madre di Celeste, Agnese e Nina provando a vivere anche da genitore la scuola come luogo principale dove la persona sperimenta il proprio sé, sagoma la propria identità e personalità acquisendo competenze cognitive ma prima di tutto emotive.
La professione di insegnante di bambini dai 3 ai 6 anni - età in cui l'esperienza corporea è l'elemento fondamentale dello sviluppo dell'identità, della vita emozionale e dell'evoluzione dei processi cognitivi - mi ha ad un certo punto spinto verso la psicomotricità.
Ho preso consapevolezza di quanto nell'atto relazionale ci poniamo totalmente e prima di tutto con il corpo e, a maggior ragione da "persona della scuola", questa consapevolezza mi ha spinto a formarmi come psicomotricista relazionale con metodo Accamamam. Oggi, da psicomotricista (e da mamma), sono fermamente convinta di quanto tutti gli insegnanti/educatori dovrebbero essere un po’ anche psicomotricisti.
L'emergenza del periodo storico legata al Covid-19 con la conseguente limitazione del contatto corporeo, mi hanno portato ad intraprendere un progetto di sperimentazione di psicomotricità all'aperto, occasione che mi ha permesso di fare conoscenza e avvicinarmi al progetto di educazione prescolare "Oasi della meraviglia" che si svolge esclusivamente all'aperto e che costituisce per me il fondersi di scautismo, insegnamento, psicomotricità in un'unica parola: 'benessere'.
Catturata dal concetto di cura e relazione di aiuto -inteso come modalità di contatto che si persegue in tutte quelle situazioni nelle quali l'individuo mette in gioco la sfera emotiva ed emozionale che rende ancora più insormontabili le difficoltà che spingono alla richiesta d'intervento- proseguo nella mia formazione iscritta al corso di laurea universitaria in tecniche e scienze psicologiche e svolgo e concilio attività di insegnamento e psicomotricità presso asili nido, scuole e collaborando con il centro pedagogico multidisciplinare "L'arte dei piccoli passi" in Selvazzano Dentro attraverso percorsi rivolti alla fascia 0-11 anni.